
A prima vista l’informazione non gode di buona salute, tutt’altro. La connessione tra cittadini e media s’indebolisce, la distribuzione delle news si è spostata su piattaforme non appartenenti ai media tradizionali, la fiducia nei giornali è in calo, gli influencer suscitano più attenzione dei giornalisti. Questo dice il Digital News Report 2023 del Reuters Institute di Oxford, autorevole centro di studi europei che, tuttavia, segnala cinque motivi di ottimismo da cui l’informazione dei fatti (e non delle fake), quella che racconta la realtà (e non la distorce per altri fini) può ripartire.
Il problema della credibilità
Scrive Enrico Franceschini sul Venerdì di Repubblica che “le news troppo personalizzate cominciano a suscitare scetticismo, l’interesse per notizie utili o positive rimane alto, i media più autorevoli continuano a riscuotere la fiducia della maggioranza degli utenti, la percentuale di chi paga per avere accesso alle news è stabile nonostante l’aumento del costo della vita e i media più seri riescono a mantenere un rapporto identitario con i lettori”.
Se questa è la cornice forse si possono immaginare i contorni di una informazione che sappia condividere con i lettori (e gli utenti) la credibilità delle fonti con l’attendibilità delle analisi. E’ un modello che possiamo ricavare dagli attuali scenari di guerra. Nei quali possiamo distinguere tre gradi di offerta. Quella degli inviati al fronte è la più apprezzata. Per il coraggio dei giornalisti (soprattutto donne) che mettono a repentaglio la propria sicurezza pur di farci vivere in presa diretta le immagini e le testimonianze dei conflitti. Sul gradino più basso dell’attendibilità abbiamo invece l’opinionismo del “secondo me”. Assai frequentato dai talk televisivi e dai social del click ad ogni costo e dove regnano l’intrattenimento urlato delle baraonde e delle panzane un tanto al chilo. Sono come le risse da strada dove ci si ferma per curiosità ma nessuno capisce niente (e meno che mai chi abbia ragione).
Esiste poi un livello informativo che si basa sulla corretta e competente analisi e spiegazione delle notizie verificate. Nella riscoperta delle regole fondamentali del chi, dove, quando, come e perché. Da saper tradurre in un linguaggio chiaro, oggettivo, ben articolato e comprensibile. E che generi fiducia. Chi ne sarà capace avrà vinto la sfida informativa di oggi. E, probabilmente, anche quella del futuro.